Dopo Piadena, che poi è Pontirolo (la sede municipale è locata in Drizzona; ma un referendum in fieri potrebbe unire i due Comuni ed allora Pontirolo sarà parte integrante della Piadena della gloriosa Lega, quella di Cultura, quella vera, sia lega, e ci perdoni Alessio, sia cultura), dopo Piadena, dicevo e dico, arriva, col “maggio bello”, Sesto Fiorentino, tipologia Pontirolo sia pur ridotta e contenuta, ma altresì viva e vitale, ovvero dopo la Festa della Lega di Cultura, la Festa del Primo maggio dell’Istituto Ernesto de Martino.
«Ciao!». Mi dice e mi dicono; sì, perché appena parcheggiata la vettura, eccoli lì i piadeno-calvatone-pontirolesi. «Ciao!», rispondo e rispondiamo. E l’abbraccio è di allegra commozione, come sempre. «L’hai mandata la lettera?», mi chiede subito il Giuseppe. «Quale lettera?», rispondo, forse un po’ fingendo stupore o distrazione. «Come, quale lettera; la solita, il tuo resoconto della festa a Piadena». E scattano pentimenti, dubbi, perplessità. E spiego e mi spiego. Comprendono: le mie incertezze, i miei scoramenti, le motivazioni di questo inaspettato (dicono) mio silenzio. Li ringrazio. Dovrò fare ammenda.
Ed allora torno indietro. Torno indietro di una quarantina di giorni, quelli che separano il 23 marzo dal 1° maggio dell’anno in corso. E tornare al 23 nella cascina del Micio. Eccomi ed eccoci, dunque.
Sono passati 15 anni dalla mia prima partecipazione. Soltanto nel 2010 e nel 2015 ho marcato visita: assente, non so se giustificato o meno (sì, se un’autocertificazione, medica, è accetta).
Ricordo abbastanza bene quella prima volta. Un’emozione incredibile: chi se lo aspettava. Fu una giornata memorabile. Mi presentai, timidamente, la domenica mattina e chiesi al primo che incontrai del Micio. Era lui, pensate un po’. Poi fu la festa. C’era con me mio figlio Luca che ancora ogni tanto mi ricorda quel giorno emozionantissimo.
E così negli anni a venire, scoprendo di volta in volta il sabato antecedente, il venerdì avanti, e tutta la ricchezza, sociale, culturale, politica, amicale e compagna, di questa incredibile festa, persa nel tempo dei ricordi eppure ancora attuale e necessaria.
Così è stato anche questa volta, nel 2018 dell’Era Volgare, nonostante gli anni (miei, nostri e della festa medesima), nonostante i patemi, nonostante alcune dubbiosità, nonostante alcune criticità, nonostante cali di… … perché in fondo in fondo “un pensier ribelle in cor ci sta” (ancora?) e nella non sopita speranza (illusione!) che “il potere cambi la sua natura”. Ma il potere (e “nessun potere è buono”), il potere per definizione è tale, cioè potere, e quindi… Ma perché incazzarci? La compresenza, sosteneva Capitini, deve essere più forte che mai…
E allora che bello, nonostante…. Nonostante tutto… vedersi e rivedersi, cenare il venerdì sera dagli Azzali e poi via a Casalmaggiore per il concerto di musica che ci piace, e tanto tanto tanto, il sabato alla Sala Civica di Piadena (Piadena!) per i documentari che raccontano queste storie, il sabato sera ancora dal Micio e da Bruno (e da…) per una cena in allegra compagnia (e che compagnia!), con canti vino e cibo popolari, la domenica con il “Controcanto” del Fanelli (l’avevo già acquistato e letto; non lo sapevo così giovane e bravo il “bell’Antonio”. E bravo! ribadisco), e la domenica… con e nella festa, per la Festa, la Festa…
Anche ‘stanno ero con la mia Giovanna e con gli amici di Roma, Walter ed Elisabetta. La loro seconda esperienza, quella dei nostri amici “romani”, sempre accattivante e coinvolgente, dicono. E ci credo, perbacco.
Tanti giovani. Tanti. Eravamo più o meno di anno passato? Domanda che ci si fa. Chi dice più, chi dice meno. Ma ha importanza? No. Esserci. Ciò che conta. E partecipare. Cantando. E piano piano, sciuai sciuai, quel vecchio spirito, quella antica emozione, quell’insieme di “cose” mi hanno riconquistato. Così i tentennamenti sono spariti e mi sono buttato pure io nella tenzone canora. Ho cantato, il pomeriggio del giorno di festa (“Domani l’è festa…”), come in altre occasioni; mi sono ritrovato, sono rinato. Sono… Per concludere, a festa finita (ma non finisce né finirà mai), a cantare altrove, con gli amici ed i compagni lontani (nello spazio) e vicinissimi (nel tempo e nel cuore).
E per nulla ha inciso una “soffiata”, maligna ed inutile, di ignoti mistificatori, che il sabato sera ha costretto un paio di “agenti” aziendali (leggi ASL: non dico altro; ho vissuto professionalmente tale assurda realtà) a tentare di mettere in discussione questa “unica” accozzaglia di gente meravigliosa (che sia un ossimoro?), che anno dopo anno, da anni dopo anni, si vede, si rivede, si trova, ci crede, e sta…. proprio BENE, assieme, insieme.
E la festa continua… con un grazie a tutti e a tanti, in particolare al Micio e al Murànd, a Enrico, Leo, al Peto, a Bruno, a Davide, ai Maurizio, ad Angelo e Manuela, a chissà quanti altri ancora…